Spiegati i motivi per i quali l’Avvocatura diserta l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario

Comunicato stampa del 27 gennaio 2012

 

Spiegati i motivi per i quali l’Avvocatura diserta l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario

 

L’avvocatura non parteciperà all’inaugurazione dell’anno giudiziario nei 26 distretti di Corte d’Appello. A Lecce il presidente distrettuale dell’Ordine degli Avvocati, avv. Luigi Rella, leggerà un comunicato diffuso in tutto il Paese dal Consiglio Nazionale Forense, già pronunciato ieri davanti alla Corte di Cassazione dal presidente nazionale Guido Alpa, per poi abbandonare la cerimonia.

“I problemi della Giustizia non sono certo causati dal fatto che ci sono troppi avvocati, come sostenuto dal presidente della Suprema Corte – ha detto in conferenza stampa il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Taranto Angelo Esposito – e non si risolvono certo con la delegificazione della professione forense. La Giustizia ed in particolare quella civile, è un bancomat per lo Stato, il contenzioso porta denaro all’economia del Paese ma la Giustizia non riceve in cambio un centesimo. Gli ultimi Governi hanno preso molte risorse dagli introiti legati alla Giustizia ma non hanno investito sull’adeguamento delle strutture e sull’incremento del personale. A Taranto, ad esempio, abbiamo il 40% in meno del personale amministrativo e senza gli avvocati molte udienze neanche si potrebbero tenere”. Vale un altro esempio, quello del gratuito patrocinio, che in Italia funziona grazie all’avvocatura. “A Taranto nell’ultimo anno – spiega il presidente Esposito – abbiamo licenziato 3000 pratiche di gratuito patrocinio garantendo al cittadino un servizio equo e rapido”. Gli avvocati non ci stanno a recitare il ruolo di comparse nel palcoscenico della Giustizia, denunciano la sopraffazione da parte dei valori dell’economia su quelli etici e giuridici e l’uso ideologico del diritto comunitario: l’Europa non c’entra nulla con recenti riforme come la mediazione obbligatoria o le liberalizzazioni selvagge che cancellando i minimi tariffari rischiano di trasformare il mercato professionale in una jungla. E sempre in tema di liberalizzazione, c’è preoccupazione per quanto accadrà dopo il 12 agosto di quest’anno, data entro cui l’ordinamento professionale forense potrebbe essere scosso da cambi radicali alla politica dell’accesso alla professione ed al procedimento disciplinare. La decisione di disertare la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario è stata condivisa da tutte le associazioni forensi che hanno deliberato in tal senso, sottolineando che si tratta di una decisione presa per difendere diritti civili di tutti i cittadini e non interessi corporativi. Nel manifesto diffuso in tutta Italia, infatti, il Consiglio Nazionale Forense, punta a far capire ai cittadini che l’intento dell’iniziativa presa è quello di difendere il diritto al lavoro, ad avere avvocati indipendenti dai poteri economici e finanziari, competenti, qualificati, rispettosi dell’etica professionale e con tariffe certe, eque e trasparenti.

L’unità di tutte le associazioni forensi è stata confermata dalla presenza all’incontro, oltre ai consiglieri dell’Ordine avvocati Fico, Feola, Gigante, Cellamare e Nardelli, anche degli avvocati Rubino e Franchini dell’Aiga, Mongelli, delegato Oua, Pesare, presidente della camera penale, De Palma, presidente della camera civile, Donvito presidente della camera minorile, Casavola dell’Udai di Martina Franca, De Franco segretario dell’Anf di Taranto e Guglielmi dell’associazione “La Toga” di Massafra.

L’addetto stampa – Vittorio Ricapito

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